Nello Anselmi: scrittore e fotografo

Il delfino e l'anguillina: recensioni

Recensione di Alessandra Fagioli

Apologo, favola dialettica, racconto di formazione, novella per l'infanzia: questi sono i generi che si racchiudono nel nuovo libro di Nello Anselmi, che ancora una volta si misura nella combinazione di parole e immagini, così come in parte aveva fatto con il suggestivo volume “Mostri di pietra dell'Isola d'Elba”, in cui le fotografie scattate alle rocce che rappresentano le più disparate figure, venivano a tratti commentate da incisi, riflessioni, aneddoti e note. Ma in quest'ultimo libro l'autore ha veduto sviluppare una storia esemplare, scandita da alcuni disegni che ne evidenziano i passaggi più significativi. La parabola di Delfio racconta infatti un percorso di formazione che il delfino compie attraverso una serie di esperienze emblematiche: il rapporto di complicità con il pescatore, la prigionia nella rete dei tonni, l'addestramento nel delfinario di Rimini e poi su quello delle Antille, il viaggio di ritorno alle origini, la ricompensa al pescatore che gli ha salvato la vita. La storia di Delfio sembra consistere dunque in una costante ricerca di identità attraverso prove di coraggio, di generosità, di impegno di perseveranza e di riconoscenza, che danno modo all'autore di sviluppare alcuni aspetti relativi alle tecniche di pesca, alla variegata fauna ittica, ai numerosi pericoli del mare, con un approccio quasi didattico che rende ancora più “Formativo” il percorso intrapreso dal protagonista. Delfio sembra adattarsi bene a tutte le esperienze, traendone il maggior profitto possibile: diventa perfino un delfino provetto nelle esibizioni acrobatiche dei delfinari. Ma il richiamo alle origini non svanisce nemmeno oltre oceano e così sopraggiunge quasi naturale il ritorno al proprio mare, attraverso un lungo viaggio dalle Antille al triangolo delle Bermuda, al Mar dei Sargassi fino alle coste Africane, in compagnia di un'anguillina, anchessa ansiosa di ricongiungersi alle proprie radici.

Nella semplice linearità narrativa, l 'autore non si risparmia di fare incisi, commenti, riflessioni, non solo sul percorso di apprendimento del protagonista, ma anche sul rapporto di solidarietà che si cerca tra i diversi animali e tra questi e gli esseri umani, quasi che gli stessi pesci e cetacei, qui resi esseri antropomorfi, abbiano molto da dire e insegnare a marinai, pescatori e amici del mare.

Alessandra Fagioli: Antropologa, critica d'arte, autrice di articoli e saggi, insegna storia della fotografia presso l'accademia delle Belle Arti di Roma.


Recensione di Sergio Puggelli

Fare una recensione equilibrata, e poter esprimere ciò che veramente si pensa sia per il contenuto sia per il messaggio che può trasmettere, nel leggere un qualsiasi lavoro letterario non è cosa semplice né facile poiché il lettore può interpretare il giudizio dato come una piaggeria verso l’autore che ti ha permesso di poter giudicarlo e recensirlo. Ho preso in visione il nuovo racconto scritto, dall'autore Nello Anselmi “ Il delfino e l’anguillina”, un piccolo volume del quale, io, non ne conoscevo il contenuto poiché si tratta di uno scrittore che si affaccia per la prima volta nel mondo letterario anche se è già conosciuto come ottimo fotografo, infatti, ha già pubblicato un bel volume d’arte e fotografie riguardante gli scogli sperduti per tutto il territorio dell’Isola d’Elba, ” Mostri di Pietra”.

Dal titolo credevo di trovarmi a leggere il solito lavoretto che la gente di mare era uso e costume scrivere poiché è profonda conoscitrice dei suoi abitanti, sia di terra sia di mare, con descrizioni molte volte chiacchierone e prive di significato, scientifico, etico e sociale. Aprendo la prima pagina dove fra le note cui è dedicato il lavoro, c’è una scritta dedicata a tutti che mi ha fatto riflettere: “ ai ragazzi di tutto il mondo affinché amino la vita e non la brucino…” come purtroppo oggi sta avvenendo, mi sono dovuto ricredere e ho letto con molta attenzione ciò che l’autore vuole trasmettere a tutti noi. L’abilità d’Anselmi è stata quella di coniugare il racconto, prendendo spunto da due pesci con la realtà quotidiana invitando tutti noi ad una profonda riflessione.

Nel racconto ci sono descritte le vicissitudini di un giovane delfino, Delfio, di un vecchio pescatore che era guidato nelle battute di pesca contro il volere degli altri abitanti del mare, ed una giovane anguilla che sarà colei che piccola piccola ricondurrà il delfino nel suo luogo natio. Ho interpretato il racconto in chiave psicologica poiché ci sono tutte le caratteristiche per farlo, infatti, si percepiscono varie fasi della vita che sono simili sia al delfino e soprattutto all’uomo partendo dalla fase adolescenziale fino a quella adulta. Secondo il mio pensiero nel racconto ci sono, nascoste con abili maestrie tutte le fasi che un uomo può avere nella sua evoluzione, infatti, si può cosi evidenziare la fase dell’adolescenza con tutte le sue contraddizioni.

Contraddizioni contestatorie verso il mondo degli adulti in special modo, i genitori; lo spirito impulsivo, altruista, ribelle con una buona dose d’incoscienza nell’affrontare i pericoli senza la giusta valutazione; l’ebbrezza di provare l’istinto di morte sfiorata solo per essere stato salvato prima dal vecchio pescatore cui sarà riconoscente per tutta la vita, poi da pescatori di tonni che salvandolo dalla mattanza lo inviano in una se pur gradevole struttura protetta per divertire il pubblico, ciò è se vogliamo chiamarla la punizione per aver seguito i cattivi consigli e non quegli buoni di una compagnia composta di balordi che si discostano dalle morali e i valori che la società richiede.

Passano gli anni e anche il giovane delfino, come l’uomo cresce e apprende nuove conoscenze e si propone profonde riflessioni, infatti inizia a sentire la mancanza del suo ambiente, l’affetto dei genitori e degli amici. Inizia cosi la ricerca e il bisogno della libertà per seguire il suo istinto naturale proprio per fare ciò che più si attiene al suo operare. Come sempre accade, la libertà avviene nel momento in cui meno te lo aspetti e in altre parole quando i suoi “carcerieri” per una disattenzione lasciano aperta la saracinesca che collega l’acquario al mare aperto, la fuga è iniziata ma la salvezza e il non smarrimento dipendono da una piccola anguilla nata da poco nel mar dei Sargassi. Si rinnova in maniera corretta e non belligerante l’accoppiata di David e Golia. Il piccolo pesce fa da pilota al grande delfino che a sua volta lo protegge dalle insidie che si incontrano lungo il percorso.

Arrivati al luogo desiderato, dopo aver attraversato oceani e mari, i due come buoni amici sono costretti a prendere strade diverse poiché devono seguire la loro natura, il delfino scorrazzare per i mari l’anguilla risalire i torrenti e fiumi da dove erano partiti i suoi genitori. Il delfino divenuto adulto cerca invano i suoi vecchi amici, il suo amico pescatore, ma il tempo inesorabile è trascorso e stando lontano da quei luoghi molte cose sono cambiate si è modificato l’ambiente e i suoi abitanti cosi Delfio è costretto a ricostruire i suoi legami affettivi e piangere su quelli che non ha ritrovato. La morale di questo lavoro non è da sottovalutare, infatti, essa richiama il lettore ad una profonda analisi in cui l’amicizia, l’ascoltare la saggezza di chi ha più esperienza, evitare cattive compagnie, il non sottovalutare i nostri simili, il riconoscere gratitudine verso chi ti ha aiutato nel momento del bisogno, sono valori che accompagnano l’uomo lungo il suo cammino.

L’autore ha avuto il pregio di condensare tutto questo in poche righe il che significa per l’ennesima volta che spesso i grandi volumi ricchi di tante parole scientifiche e discorsi logorroici, non trasmettono l’essenza della vita con il suo esistenziale, ma questo la trasmettono i piccoli e spesso sottovalutati libri. I libri per definirli “grandi” devono lasciare al lettore la capacità di averlo capito e compreso per poi riproporlo e usarlo nella vita di tutti i giorni. In questo si può definire l’Anselmi uno scrittore esistenzialista che inserisce nel suo descrivere semplici ed efficaci valori sociali. Oggi più di ieri la letteratura e tutti noi abbiamo bisogno che i letterati si dedichino più alla filosofia del vivere che non al raccontare favole demenziali, o produrre programmi che invece di insegnarci a conoscere noi stessi, ci insegnano l'opportunismo e alla dimenticanza dei valori che sono fondamentali per l’umanità intera.

Sergio Puggelli


Complimenti, caro Nello,

...tutti i miei più sinceri complimenti per il suo delizioso libro. Sono rimasta colpita da quanti agganci e opportunità di approfondire offre la storia di Delfio. Sarà un piacere il prossimo anno proporlo alle miei classi e un onore, come già siamo d'accordo, incontrarne l'autore. Grazie per aver scritto una storia così bella e per averla ambientata nel nostro meraviglioso mare. Ho visto anche il suo sito e mi ha fatto molto piacere leggere dell'Omo Masso, perché io sotto l'Omo ci vivo.
Grazie ancora per la sua gentilezza.

Lucia


Complimenti al signor Anselmi per il suo impegno nella divulgazione del nostro Giardino e per l'alta qualità della sua inventiva letteraria.
Complimenti ancora. Cordiali saluti.

Bruno Paternò


Anselmi racconta la natura - Il Tirreno 02/06/2010


Recensione di La Vita Scolastica

Il delfino e l’anguillina di Nello Anselmi: la favola illustrata per ragazzi a partire dai sei anni, euro 5,90 pagine 64, è stata pubblicata sulla rivista dell’istruzione primaria: La Vita Scolastica n° 16-17 della prima quindicina di maggio 2010.
Appare come novità, in prima posizione a titolo, narrativa per ragazzi, sottotitolo, per conoscere se stessi e diventare grandi.
"Un pescatore dalla faccia abbronzata, un delfino intelligente e curioso, un libro che profuma di mare. Ambientato nella bellissima Isola d’Elba, questa è la storia di formazione di Delfio, un giovane delfino che vive a Porto Azzurro e della sua voglia di scoprire il mondo. Grazie alle tenere illustrazioni di Silvana di Marcello, il libro diventa una scoperta continua, tra luoghi di fascino, splendidi fondali e paesaggi incantati”.
Così questa bella favola elbana, ha avuto l’opportunità di mettersi in evidenza e di balzare all’attenzione di tutte le insegnanti della scuola primaria. Per loro sarà un piacere segnalarla ai loro piccoli lettori, i quali avranno una splendida occasione per leggere il libro e visitare virtualmente i meravigliosi luoghi dove si svolge la leggenda di Delfio.


Salve Nello

Stavo per scrivere signor Anselmi, ma è diventato talmente familiare il suo nome nella mia casa che spero perdonerà questa mia confidenza.
Le scrivo per un motivo semplice e preciso: ho un bambino di due anni che si chiama Paolo, ora dorme nel mio letto, e Delfio è diventato il suo migliore amico. Il delfino e l'anguillina è un libro per bambini più grandi, lo so, ma le confesso che quando mi piace un libro per Paolo penso sempre che glielo leggerò io finchè non sarà abbastanza grande da leggerlo da solo. Qualche settimana fa ero alla stazione Tiburtina per acquistare un biglietto ferroviario e come ogni volta sono entrata in libreria. Fino a due anni, quando entravo in quelle quasi totalmente specializzate in libri universitari, non rinunciavo comunque mai a dare una veloce occhiata ai libri per bambini. Ma ora che vado in libreria con Paolo è tutta un'altra emozione.
Quel pomeriggio ho trovato Delfio e l'ho portato a casa. Ecco, volevo dirle che Il delfino e l'anguillina è diventato giorno dopo giorno il suo libro preferito. Lo so, perchè, la sera e il pomeriggio quando gli leggo le favole, lui prende Delfio e si arrampica sul lettone. E deve vedere le sue espressioni quando arriva il disegno di Delfio impigliato nella rete, o il delfino che guarda verso l'Isola d'Elba..
Ho trovato il suo sito poco fa e quando ho visto l'indirizzo mail non ho resistito. I ringraziamenti sono belli da ricevere, ma in questo caso è bellissimo anche farli. Immaginavo le avrebbe fatto piacere sapere che c'è un bambino a Roma che abbraccia il suo libro fortissimo.

con amicizia, Roberta De Rosa


Narrativa Ragazzi


Nello Anselmi racconta l'Isola d'Elba - in ristampa il suo nuovo volume - Corriere di Livorno 09/08/2010